Ho SMONTATO 100 Storie di SUCCESSO

Ho SMONTATO 100 Storie di SUCCESSO 🎯 Hai mai letto una storia di successo e pensato: “E io cosa sto sbagliando?” 🎬 In questo episodio del podcast tolgo i lustrini dalle storie di successo raccontate su radio, blog e social, per mostrarti la verità nascosta dietro narrazioni apparentemente perfette. Se ti sei mai sentito un po' indietro nella vita, inadeguata o fuori strada perché non riesci a replicare “il successo degli altri”, questo podcast è per te. 📌 RISORSE UTILI & PERCORSI 🧠Scarica IL METODO SBLOCCAVITA GRATUITO per sbloccare la tua vita 👉 https://sendfox.com/lp/3ongkd 📚eBOOK da scaricare ALLENA LA TUA MENTE 👉Lo trovi gratis qui: https://sendfox.com/lp/3lk6e0 📞 Vuoi un percorso personalizzato? Fissa una chiamata gratuita con me e conosciamoci meglio 👉 https://tidycal.com/giaclucarini/chiamata-online-gratuita-conosciamoci 🎓 Corso online: Smetti di Pensare Troppo e Sconfiggi l'Overthinking 👉 https://corsi.giacomolucarini.it/ 📩 Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti esclusivi per il tuo benessere mentale: 👉 https://sendfox.com/giac

Ah! Ecco un bell’archivio di 100 presunte storie di successo raccontate da giornali, blog e podcast. Che succede se le smontiamo? Te lo dico io: dietro lo storytelling e i titoli a effetto c’è un universo di cose non dette. E un pattern inquietante: narrazione costruita per farti credere che il successo sia solo questione di volontà, mentre la realtà è ben diversa. Storie che  sembrano sempre perfette, credibili, ispiranti ti fanno vedere solo quello che vogliono farti sapere. E non ti dicono tutto. E tu resti lì a pensare: "Perché io non ci riesco? Cosa sbaglio? Sono idiota?"

Negli anni ho raccolto tante presunte storie di successo e realizzazione indorate e le ho approfondite e smontate. Ho tolto i filtri, scavato sotto la patina. E ci sono quattro verità che nessuno ti racconta.

Sono Giacomo e ti parlo come life coach e dottore in psicologia, come persona che da più di un decennio lavora quotidianamente con chi si sente bloccato, inadeguata, o senza una direzione momentanea. Se anche tu all’ennesima storiella costruita ad arte che assomiglia ad altre mille, ti chiedi  "perché io no?", allora questo podcast fa per te.

Quasi tutte le storie di successo che girano negli  articoli patinati o nei post ispirazionali sui social  sembrano uscire dallo stesso copione: “Ero al limite, ho toccato il fondo, poi mi sono rialzato grazie alla mia forza di volontà, e ora sono realizzato, guadgno a 6 zeri, felice e sveglio ogni mattina alle 5.”

Il messaggio è chiaro: se voialtri non ce la fate, è perché non ci avete creduto abbastanza.

Ma quando inizi ad ascoltare davvero queste storie, o approfondisci personaggi e ambienti, ti accorgi che sotto la superficie c’è ben altro.  L’ho fatto in questi ultimi anni, un po’ per interesse professionale, un po’ per curiosità, un po’ perchè sono anche giornalista ma detesto lo storytelling usato per ingannare, e adesso vediamo insieme i risultati.

Ci sono quattro elementi fondamentali che tornano sempre, ma che raramente vengono detti a voce alta. E senza di loro, nessuna storia narrata è abbastanza affascinante o digeribile per il pubblico. Insomma, se non si abbelisce, non “ce la fa” neanche lei.

📍 ELEMENTO 1: Il contesto

Ogni successo nasce in un ecosistema. E questo ecosistema non è replicabile. È fatto di tempo, luogo, accesso a risorse, momento storico, condizioni esterne.

Un mio cliente che si è creato un lavoro digitale nel 2020 è riuscito a farlo non solo perché aveva un’idea brillante, ma perché il Covid aveva appena chiuso metà del mercato e creato uno spazio enorme per la sua offerta. Un altro ha fatto il salto quando ha potuto dedicarsi full time al progetto — grazie alla liquidazione che ha ricevuto.

Marta, una donna che ho seguito in coaching, è riuscita ad aprire un’attività dopo la maternità. Ma solo perché aveva i nonni disponibili ogni giorno. Altri nella sua stessa situazione, ma senza questo contesto familiare, non riescono neppure a trovare il tempo per farsi una doccia. Quante persone che si vantano in giro di aver fatto tutto con le loro forze non ci dicono che in realtà le forze erano quelle di una squadra, di piccoli o grandi vantaggi e/o circostanze favorevoli?

Il contesto è parte della realtà e non raccontarlo è disonesto. E se non lo consideri, finisci a confrontarti con storie che non puoi replicare.

📍 ELEMENTO 2: La rete di supporto

Non esiste successo in solitaria. Ma proprio zero.

Dietro ogni persona che ce l’ha fatta c’è sempre una rete sociale di sostegno — anche se invisibile. C’è un partner che ha tenuto duro, un'amica che ha creduto in te, un mentore che ha dato fiducia, un coach che ti ha aiutato a vedere chi eri davvero.

Matteo, un mio altro cliente, ha vissuto per anni nel blocco totale. Pensava che fosse un limite suo. Solo quando abbiamo capito come trovare uno spazio sicuro — in questo caso, proprio dentro le nostre sessioni — ha iniziato a sbloccarsi. Non perché qualcuno gli ha dato la formula magica, ma perché qualcuno lo ha ascoltato senza giudicare. Questa è rete. Questa è forza invisibile che ti cambia la traiettoria. All’esterno non si vede, non si sente, sicuramente non viene raccontata. L’impatto degli altri, e di noi sugli altri, è fluido, intangibile, cambia le cose dentro e ci spinge o respinge in modo inconsapevole.

Eppure, nelle interviste pubbliche, questo enorme capitolo del racconto sparisce. Perché rovina la favola dell’“ho fatto tutto da solo”.

📍 ELEMENTO 3: Il privilegio

Questa è la parte più scomoda. Ma anche la più necessaria.

Privilegio non vuol dire “non hai fatto fatica”. Vuol dire che potevi partire da un gradino diverso rispetto agli altri nella scala aò successo. Hai avuto risorse, hai avuto salute. Hai studiato in un ambiente stimolante. Potevi dedicare moltissimo tempo al progetto. Hai potuto sbagliare senza andare in rovina. O semplicemente, si fa per dire, avevi una famiglia che ti ha trasmesso fiducia in te.

Io stesso, nella mia carriera, ho beneficiato di vantaggi che riconosco: una buona educazione, una famiglia serena, anni di lavoro stabile nel marketing e comunicazione. E se non lo dicessi, starei mentendo.

Chi racconta solo la fatica, ma non le condizioni iniziali, contribuisce al senso di inadeguatezza di chi parte con zavorre ben più pesanti.

📍 ELEMENTO 4: La fortuna

Sì, esiste. E gioca un ruolo molto più grande di quanto ci piaccia ammettere.
Ma aspetta: non sto dicendo che la fortuna sia una magia distribuita a caso dall’universo, tipo "o ce l’hai o sei fottuto(BIIIP)" — quella roba non mi appartiene, né come mentalità né come valore.
La fortuna, per me, è tutto quell’insieme di eventi che non puoi controllare, ma che puoi imparare a riconoscere e cogliere.
È una porta che si apre senza che tu l’abbia forzata. È un algoritmo che ti spinge per caso. È una mail arrivata al momento giusto. È successo aanche a me. Non l’avevo cercata. Non l’avevo prevista. Ma ha cambiato le cose.

E no, non basta "crederci forte".
Puoi lavorare, sudare, metterci testa e cuore… ma ci sono cose che semplicemente non dipendono da te. E questo non sminuisce il tuo impegno.
Anzi: quando agisci, superi i blocchi, ti metti in gioco, la fortuna ha più occasioni per trovarti.

Il vero problema non è la fortuna in sé. È quando chi ne ha beneficiato fa finta che non esista.
Ti racconta che è tutto merito suo. E se tu non ci riesci, beh… devi solo sforzarti di più.
Ecco, no. Basta.
Riconoscere l’elemento fortuna non significa deresponsabilizzarsi, ma restare onesti.
Che il gioco è anche fatto di incastri, contesti, imprevisti.
E che se non ce l’hai fatta ancora, non significa che sei incapace.

Il lavoro duro è importante, certo. Ma da solo non basta. Quando raccontiamo solo quella parte — e ignoriamo il contesto, la rete, il privilegio e la fortuna — stiamo creando un ideale tossico.

È tempo di smettere di mitizzare storie parziali, e iniziare a raccontare le cose come stanno. Solo così possiamo costruire percorsi veri, umani, sostenibili.

E soprattutto… nostri.

Ora viene la parte che conta davvero: come si esce da questa gabbia mentale?

Per liberarti, devi iniziare a costruire una definizione tua. Tua, davvero. Che non venga da LinkedIn, da una pubblicità o da una voce interna che somiglia troppo a quella di un genitore critico.

Qui ti propongo tre strumenti pratici per iniziare questo lavoro. Non sono formule magiche. Sono mappe. Ma le strade le scegli tu.

Prenditi un momento di silenzio e chiediti: “Cosa conta davvero per me, oggi?”

Non cosa dovrebbe contare, non cosa dicono i libri, non cosa fa tendenza adesso. Cosa senti tu. Prova a scrivere 5 valori guida. Possono essere la libertà, l’autenticità, il tempo per te, la relazione con chi ami, la cura di mente e corpo.

E poi, guardati intorno: quanto spazio reale hanno questi valori nella tua vita attuale?

Ho lavorato con una cliente che inseguiva il "successo professionale" da anni, ma viveva in costante ansia e frustrazione. Quando abbiamo fatto questo esercizio, ha capito che i suoi valori erano l’equilibrio, la connessione e l’impatto umano. Quello che inseguiva era l’opposto. Da lì, ha iniziato a cambiare direzione.

Perché se vivi fuori asse, anche quando arrivi, non ti senti arrivato.

Un altro modo potente per ridefinire il tuo percorso è partire da ciò che ti viene naturale.
Spesso siamo così concentrati su quello che ci manca, da dimenticare i semi che abbiamo già in mano.

Chiediti: in quali attività perdo la cognizione del tempo? Cosa faccio con facilità, mentre altri faticano? Cosa mi carica, invece di svuotarmi?

Un mio cliente, Luca, faceva il commerciale, ma si sentiva spento. Parlando insieme, è emerso che adorava spiegare, semplificare, formare. Gli piaceva accompagnare gli altri, non convincerli. Oggi si occupa di formazione interna in un’azienda — e, parole sue, "non mi sembra più di lavorare contro me stesso".

Il talento non è solo “bravura”. È energia naturale. E seguirla è una forma di rispetto verso te stessə.

Ecco un’altra domanda scomoda, ma necessaria: Cosa misuri per capire se stai andando bene?

Soldi? Status? Riconoscimento? Tutto legittimo, ma… ti rappresenta davvero?

Prova a scegliere 3 metriche personali, che parlino davvero di te.
Tipo:
– Quante ore riesco a dedicare a ciò che mi fa bene?
– Quanto mi sento in pace con me quando vado a letto?
– Quanta autenticità metto nelle relazioni?

Un’altra cliente, Chiara, mi ha detto: “Quando mi sveglio la mattina e non ho il nodo allo stomaco… quello per me è successo.” Questo non significa “accontentarsi”. Significa arrivare dove davvero stai bene. E quando lo fai, paradossalmente, anche i risultati esterni migliorano.

Ridefinire il successo non è arendersi. È scegliere. Secondo i tuoi valori, i tuoi talenti e i tuoi criteri. Perché se non lo fai tu, lo farà qualcun altro al posto tuo. E non ti piacerà.

Smettere di credere alle favole del successo e della realizzazione altrui non vuol dire smettere di crescere. Vuol dire farlo meglio. Con più onestà, più consapevolezza, e soprattutto più gentilezza verso di te.

Adesso, se questo video ti ha fatto riflettere, condividilo con chi si sente "rimasto indietro": forse non lo è. Sta solo guardando una mappa sbagliata.

Il successo reale non è una vetta, è una traiettoria coerente con ciò che sei e che vuoi diventare. Da Giacomo è tutto: vivi la vita secondo te.