Perché Trovare lo SCOPO DELLA VITA è così difficile OGGI (e come smettere di perderti)

La Vita Secondo Te - Giacomo Lucarini Life Coach

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www.giacomolucarini.it Launched: Dec 04, 2025
info@giacomolucarini.it Season: 1 Episode: 42
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La Vita Secondo Te - Giacomo Lucarini Life Coach
Perché Trovare lo SCOPO DELLA VITA è così difficile OGGI (e come smettere di perderti)
Dec 04, 2025, Season 1, Episode 42
Giacomo Lucarini
Episode Summary

Ti hanno detto che devi trovare te stesso per avere il tuo scopo della vita. È una bugia. 🎓 Corso gratuito: Sblocca la tua vita in 7 giorni👉https://sendfox.com/lp/3ongkd
📌 RISORSE UTILI & PERCORSI 🧠Scarica IL METODO SBLOCCAVITA GRATUITO per sbloccare la tua vita 👉 https://sendfox.com/lp/3ongkd 📚eBOOK da scaricare ALLENA LA TUA MENTE 👉 https://sendfox.com/lp/3lk6e0 📞 Vuoi un percorso personalizzato? Fissa una chiamata GRATUITA con me 👉 https://tidycal.com/giaclucarini/chiamata-online-gratuita-conosciamoci 🎓 Corso online: Smetti di Pensare Troppo e Sconfiggi l'Overthinking 👉 https://corsi.giacomolucarini.it/ 📩 Iscriviti alla newsletter per ricevere contenuti esclusivi per il tuo benessere mentale: 👉 https://sendfox.com/giac

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Perché Trovare lo SCOPO DELLA VITA è così difficile OGGI (e come smettere di perderti)
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Questo farà arrabbiare molti guru della crescita personale. Te lo dico, il problema non è che devi trovare te stesso, il problema è che devi smettere di perdere te stesso ogni giorno che arriva, ogni volta che scegli in base a quello che pensano gli altri, ogni volta che ti paragoni sui social o nella vita, ogni volta che insegui standard esterni, perdi un po' di te. La società contemporanea è costruita per disconnetterti da chi sei davvero, con stimoli, con confronti che ti bombardano costantemente. Ma c'è un modo per invertire questo processo usando strumenti di psicologia umanistica che funzionano davvero. Sono Giacomo, coach, dottore in psicologia e vediamo come comprendere il funzionamento dei meccanismi che ti tengono lontano da te. Quante volte hai guardato la vita di qualcun altro e hai pensato vorrei essere al suo posto? Probabilmente l'hai fatto anche oggi, lo fai più di quanto ti piace ammettere. Non angosciarti. Da anni abbiamo a portata di mano la peggiore trappola esistente, i social media, che hanno trasformato il confronto sociale da occasionale a dipendenza quotidiana. Ogni scroll è un'iniezione di confronto, inadeguatezza, che alimenta comportamenti compulsivi, la ricerca costante di stimoli esterni per riempire un vuoto di significato interno. Un mio cliente, che chiameremo Luca aveva una vita serena e un buon lavoro, ma passava le serate a guardare i travel blogger che girano il mondo, gli imprenditori digitali presunti con le loro macchinone, i fitness influencer con corpi fuori standard. ha cambiato lavoro tre volte negli ultimi 2 anni, non perché quello che faceva non andasse bene, ma vedeva altri che sembravano, secondo lui, più felici, più realizzati, più fighi. Non si è mai chiesto cosa volesse davvero lui. Ha inseguito quello che sembrava funzionare per gli altri e come lui altre decine centinaia di persone che ho conosciuto, che ho sentito e che mi hanno scritto. Quindi figuriamoci quante ce ne sono là fuori. Questo è quello che in psicologia si chiama locus of control esterno. Significa che le tue decisioni dipendono da fattori esterni a te, non da quello che senti, non da quello che vuoi, ma da quello che pensi ti renderà accettabile agli occhi degli altri. È come guidare guardando sempre il finestrino invece che la strada davanti a te. prima o poi finisci per andare fuori strada e farti molto male. La società del consumismo ha spianato la pista a questo meccanismo. Ti vende l'idea che la tua identità sia nei prodotti che compri, nel lavoro che fai, nelle persone che frequenti. Compra questo smartphone e sarai al top. Fai questo lavoro e sarai un pezzo grosso. Frequenta questi ambienti e sarai una persona stimata. Eh, peccato che l'identità non si compra. Quanta gente così hai conosciuto che non ha neanche un briciolo di personalità autentica. Triste, no? Quando provi a costruirla attraverso elementi esterni ottieni una versione falsificata. e Ryan nella loro teoria dell'autodeterminazione hanno dimostrato che la motivazione estrinseca prima ti spinge per riconoscimento, status e denaro e poi ti porta al nulla. Quella intrinseca invece che nasce da dentro, dalla crescita personale, dall'autonomia, dal senso di scopo, ti fa raggiungere gli obiettivi e attenzione, fa tutta la differenza perché se hai una motivazione sbagliata, anche gli obiettivi che raggiungi ti fanno sentire una persona vuota perché non erano i tuoi obiettivi, ma quelli degli altri o che pensavi che gli altri avrebbero trovato interessanti in te. In pratica hai scalato la montagna sbagliata e quella cima non è mai stata la tua cima. Il punto è che quando vivi secondo le aspettative degli altri non stai vivendo la tua vita, stai recitando in un film scritto da qualcun altro e per quanto tu possa essere una persona brava a recitare, quella non sarà mai la tua storia. Per trovare il tuo scopo devi smettere di cercare l'approvazione esterna, che non significa diventare egoista o antisociale, ma smettere di usare gli altri come metro di misura per le tue scelte. iniziare a chiederti cosa vuoi tu, non cosa dovrebbe volere una persona come te, ma come abbiamo visto, il problema è che nella società di oggi abbiamo un ostacolo terrificante, tentacolare, perché è prezioso lo smartphone. Conosci quella sensazione di panico quando realizzi di aver passato 3 ore sui social senza concludere un cazzo e senza accorgertene? Abbiamo creato una dipendenza da stimolazione esterna che ci ha completamente disconnessi da noi stessi. Il tuo cervello è diventato come un drogato che ha bisogno della dose successiva. Notifiche, like, reel, TikTok, podcast, messaggi. Un bombardamento costante di input esterni che ha spento la tua capacità di ascoltare quello che succede dentro di te. Quello che molti non capiscono è che il cervello, quando viene bombardato da stimoli costanti, perde tutto la capacità di processare i segnali interni. È come avere la radio a volume altissimo mentre provi a sentire il battito del tuo cuore. Questo fenomeno è chiamato attenzione residua. È una frammentazione cognitiva che persiste anche quando chiudi le app dello smartphone, perché una parte del tuo cervello rimane in modalità pronta al prossimo stimolo, sempre bisognosa. È un'ironia incredibile. Abbiamo più strumenti di connessione di qualsiasi generazione nella storia dell'umanità. Possiamo parlare con chiunque in qualsiasi momento, da qualsiasi parte del mondo, ma siamo più disconnessi da noi stessi che mai. È come avere una casa piena di telefoni che squillano continuamente e non riuscire mai a sentire la tua voce, perché, come diceva qualcuno, la paura principale dell'essere umano è stare seduto in una stanza da solo. Ogni like, ogni notifica rilasciano dopamina e anestetizzano i tuoi segnali emotivi. Fanno affievolire la tua voce interiore. Ecco perché non riesci più a stare in silenzio. La noia ti fa paura ora più che mai perché devi sempre avere qualcosa che ti distrae. Hai disimparato a essere presente a te stesso. Questa iperconnessione ti rende incapace di sentire cosa ti piace davvero, cosa ti motiva, cosa ti dà energia. Come fai a sapere se una cosa ti appassiona? Se non riesci neanche a stare abbastanza in silenzio da sentire le tue reazioni al pensiero di fare quella cosa? Ti devi disconnettere per riconnetterti. La noia e il silenzio non sono nemici da evitare, sono alleati preziosi per ritrovare la tua direzione. Tra poco vedremo un metodo per raggiungere la fine del pensiero e riconnetterti con te stesso. Ma prima dobbiamo affrontare un ostacolo ancora più profondo, la paura dell'autenticità. Molte persone hanno una paura [ __ ] di scoprire chi sono davvero perché sanno che potrebbero non piacersi. È più facile rimanere nella versione fittizia di se stessi piuttosto che affrontare la realtà. Fin da piccoli ci insegnano a indossare delle maschere. A scuola devi indossare quella del bravo bambino, della brava bambina. A casa devi essere quella o quello che non crea problemi. Con gli amici devi essere quello che fa ridere. Con i colleghi quello sempre disponibile che aiuta. E così via maschera dopo maschera, fino a perdere completamente di vista chi sei sotto tutto quel trucco sociale. Questo meccanismo crea la falsa personalità. è una versione di te costruita apposta per proteggere il tuo vero sé dalle ferite. Quando sei piccolo e qualcuno ti dice che sei troppo sensibile, il tuo cervello, che è come una spugna, registra: essere sensibile uguale essere rifiutati. Così sviluppi una personalità più dura, più distaccata, perché credi di proteggerti, ma quella protezione che da bambino magari ti salvava, da adulto diventa una prigione. Carl Rogers, uno dei padri della psicologia umanistica, chiamava questo problema incongruenza. Per Rogers l'incongruenza tra il sé reale e il sé idealizzato genera sofferenza costante. È come indossare una muta da sub elegante per andare a una cena elegante. Ok, sei elegante, ma ti sentirai comunque sempre fuori posto, sempre inadeguato, sempre falso. Conosco persone che si lamentano da anni della loro vita, ma quando gli proponi di fare qualcosa di diverso, di più vero, si spaventano a morte. E se poi non piaccio più a nessuno? E se poi scopro che non sono più interessante per nessuno? E se la mia famiglia non mi accetta? Se i miei amici mi rifiutano? Meglio una vita di merda ma prevedibile che l'incertezza di una vita autentica. Questa paura ti blocca quando devi fare scelte coraggiose per te. Quelle scelte che davvero riflettono i tuoi valori autentici, non quelli che pensi che dovresti avere. Vuoi cambiare lavoro, ma hai paura del giudizio. Vuoi chiudere una relazione che non funziona, ma temi di deludere. Vuoi esprimerti in modo diverso, ma hai paura di essere giudicata come una persona strana. Ma l'autenticità non è un lusso per persone che se lo possono permettere, è una necessità biologica per chiunque vuole una vita che abbia un vero significato. Il tuo scopo non è nascosto da qualche parte nel mondo, è soffocato dalle aspettative esterne, dal rumore digitale e dalla paura di essere una persona autentica. Non devi trovare te stessa o te stesso, devi smettere di perderti ogni giorno. Ti faccio una sfida concreta. Inizia con 10 minuti al giorno senza smartphone, senza distrazioni, solo tu con i tuoi pensieri, perché è in quei momenti di noia che si interrompe il ciclo della dopamina che ti tiene legata o legato alle soddisfazioni immediate ed emergono i bisogni veri. Raggiungi quella che chiamiamo la fine del pensiero dove emergono i tuoi impulsi veri e i tuoi valori autentici. fallo subito da oggi, da questa sera e poi fammi sapere che cosa hai trovato alla fine dei tuoi pensieri.

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